Da non perdere

‘A scalunata di San Giuseppe, viene allestita nella Parrocchia della SS. Annunziata per la festa di San Giuseppe: una gradinata di ceri
accesi, che dall’altare maggiore sale fino all’abside, ove viene collocata la statua del santo.La Domenica, prima della festa, si pratica ‘a retina . È una raccolta di offerte dei fedeli, per il santo, ‘a prumisioni, condotta, per le vie del paese, con una fila di muli, bardati a festa, con l’accompagnamento della banda musicale.’U Signuruzzu a cavaddu, per ricordare l’entrata trionfale di Gesù a
Gerusalemme, si rappresenta la Domenica delle Palme: un bambino, vestito da
chierichetto, su un asino bardato e infiorato a festa, entra in paese, preceduto da dodici uomini in tunica bianca, gli apostoli, accompagnato dalla banda musicale e da una folla di bambini, recanti palme e ramoscelli di ulivo.
Le campane di tutte le chiese suonano a festa. I l Beato Giovanni Liccio si festeggia nella Chiesa S. Maria degli Angeli, l’ultima Domenica di maggio e il lunedì successivo. Una immensa folla accompagna in processione, l’urna argentea che contiene i resti mortali del beato. La festa di San Nicasio o Fiera di agosto, tenuta l’utima Domenica di agosto e il lunedì successivo, nasce dopo il 1600, quale ringraziamento al santo per avere preservato la città dalla peste. Oggi è la festa dell’estate. E l’estate porta festa nei campi: a San Giovanni Li Greci, l’ultima domenica di giugno, per ricordare San Giovanni Battista; ai Sambuchi, l’ultima Domenica di luglio, per ricordare la Madonna degli Angeli; a Piano Stanfa, l’8 settembre, per ricordare Maria Bambina. Festa dei canti, balli e giochi all’aperto, ‘ntinna (scalata all’albero della cuccagna), ‘pignateddi(rottura delle pignatte), corsa dei sacchi e corsa di asini. Ricotta, formaggio, pane, vino e altri prodotti del luogo, i trofei per i vincitori. Ancora ricordi del passato nei pizzi, trine e merletti e conserve della nonna, nei dolci tipici delle feste, ‘u pupu cu l’ovu, ‘u panacena per la pasqua; i buccellati con mandorle, fichi e uva passa, e i mustazzoli, a Natale. E tant’altra arte nelle mani di chi fa del ferro, del legno e della terracotta virtuosismi non comuni.

La Castellana

Il 1968 fu un anno che segnò culturalmente la storia recente della città di Caccamo. Il 7 Luglio una giovane caccamese ricevette il titolo di prima
Castellana d’Italia nella città di Pesaro. Ciò avvenne grazie alla felice intuizione del cav. Giorgio Ponte ( 1907-1994), per tanti anni infaticabile presidente della Pro Loco. L’anno successivo ebbe inizio la rievocazione in costume d’epoca ” La Castellana di Caccamo”, che consentì di conoscere vicende plurisecolari fino ad allora gelosamente custodite nelle varie pubblicazioni. Rappresentazione scenica, rivelatasi fondamentale per lo sviluppo turistico della città.

La Castellana

Il 1968 fu un anno che segnò culturalmente la storia recente della città di Caccamo. Il 7 Luglio una giovane caccamese ricevette il titolo di prima
Castellana d’Italia nella città di Pesaro. Ciò avvenne grazie alla felice intuizione del cav. Giorgio Ponte ( 1907-1994), per tanti anni infaticabile presidente della Pro Loco. L’anno successivo ebbe inizio la rievocazione in costume d’epoca ” La Castellana di Caccamo”, che consentì di conoscere vicende plurisecolari fino ad allora gelosamente custodite nelle varie pubblicazioni. Rappresentazione scenica, rivelatasi fondamentale per lo sviluppo turistico della città.

La sagra della salsiccia

Annuale Sagra della Salsiccia di Caccamo
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